Ampi mantelli scuri, maxi giacche e maxi pantaloni, cappotti di velluto dal taglio possente e il cappello a cilindro. Yamamoto, per questa nuova collezione uomo, si ispira alla “working class” ma senza smettere di sognare.
Falegname, operaio, meccanico, contadino. Sono questi i mestieri da cui lo stilista giapponese Yohji Yamamoto sembra essersi ispirato per creare la sua nuova collezione uomo autunno inverno 2017-2018. Secondo lui, è sempre più forte l’esigenza di riportare l’attenzione verso gli impieghi semplici, manuali, veri. Con le sue creazioni asseconda questo impulso, ma trasferendo la realtà artigianale (e di conseguenza le sue tipiche “divise”) su una dimensione completamente altra, dove le tute da lavoro hanno un design futuristico e spaziale, dove il cappello parasole diventa un oggetto pregiato e straordinario.
Collezione abiti e accessori
Modelli: maxi è la parola d’ordine dell’intera collezione, che si declina in giacche extra lunghe, completi dalle misure large, cappotti fino alla caviglia, ampi mantelli che avvolgono tutta la figura, camicie fino al ginocchio, colletti eccezionalmente lunghi, maxi tute e guanti. E’ evidente che il designer si è divertito a giocare con le proporzioni e le misure, per un effetto davvero surreale.
Colori: il colore preponderante è il nero, ma compaiono anche stampe variopinte, qualche fantasia militare che verte sui verdi, un accenno a fantasie esotiche tropicali più concentrate sulle sfumature dei viola e dei gialli. Presenti anche i rossi e il bianco.
Abbinamenti colori: quando non opta per il total black, Yamamoto rimane uniforme con completi fantasia, mentre i contrasti più evidenti sono i bianchi con i neri, o il nero con l’azzurro, il blu acciaio con l’asparago, il grigio con il catrame.
Lunghezze abiti: come dicevamo, l’intera collezione sembra non voglia rispettare le taglie dei modelli. Tutte le creazioni sono votate ad un sovvertimento dell’idea di proporzione, articolandosi in abiti lunghi e dalle misure extra.
Tessuti: per quanto lo stilista voglia ispirarsi alla “working class”, certo non sceglie tessuti modesti, anzi. Fioccano così i velluti pregiati, la seta, il cheviot e la grisaglia.
Accessori: i cappelli hanno un ruolo significativo in tutta la sfilata, dal cilindro al cappello parasole in feltro fino al modello paglietta però in tessuto. I guanti sono in pelle, mentre le scarpe sono dei pesanti boot con strap laterale, decisamente cyberpunk.
Trucco: a confermare l’idea di base della collezione, i modelli sfilano con i volti macchiati di marrone e nero, quasi per sembrare affaticati dopo una lunga giornata di lavoro divisa gomme e motori, oppure tra trattori e terra di campo. Per loro però, si tratta solo di trucco!